Svezzamento: i 4 punti di vista che devi conoscere

svezzaamento centro il grillo parlante

Con l’arrivo dei sei mesi dalla nascita arriva anche il momento del divezzamento comunemente detto svezzamento. Il bambino passa ad una nuova fase alimentare, dal solo latte a cibi di diversa consistenza.

Per questa fase così importante di crescita abbiamo chiesto a  quattro delle nostre specialiste (e MAMME) di raccontarci dello svezzamento nell’ottica della loro disciplina. In quest’articolo troverete quindi quattro aspetti importanti dello svezzamento.

Svezzamento tradizionale, autosvezzamento, svezzamento misto…
E’ normale avere tanti dubbi, non preoccuparti! 
Questo articolo è stato scritto proprio per aiutarti a scegliere o per supportare la scelta che hai già fatto. Scegli in base alle tue  caratteristiche personali ed a  quello che ti fa sentire più a tuo agio. 

Ti anticipiamo un solo consiglio: ALLONTANA TENSIONI ED ANSIA! 

Se il clima è disteso, rilassato e non ti  fai sopraffare dall’ansia, il tuo bambino si approccerà a quest’esperienza con naturalezza e serenità. 

LE TUE EMOZIONI E IL TUO STATO D’ANIMO INFLUENZANO QUELLO DI TUO FIGLIO.

Vogliamo darti una visuale completa  sullo svezzamento di tuo figlio guidandoti  attraverso le diverse aree di sviluppo del bambino ed informandoti su cosa cambia e perchè. Ecco perchè  non poteva esser scritto in poche righe.

 Pertanto ora ti manca solo un posto comodo ed  una buona bevanda aromatizzata (senza zucchero così può assaggiarla anche il pupo).

Buona lettura!

La stesura del testo nasce dalle competenze di 4 Specialiste, ma soprattutto, 4 Donne e 4 Mamme che hanno vissuto insieme ai loro bambini questa tappa di crescita. 

Dott.ssa Alessandra Falconieri 
– Biologa Nutrizionista e Mamma di Aurora

E’ dall’inizio della mia professione che mi occupo dell’alimentazione dei più piccoli, fin dallo svezzamento, in tutte le sue varianti: svezzamento naturale, svezzamento classico o autosvezzamento. Con quest’ultima forma ho condotto lo svezzamento di Aurora, la mia bambina.

Dott.ssa Nadia Botrugno
– Neuropsicomotricista e Mamma di Leonardo e Andrea

Sono una Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva. Nella mia professione mi occupo di sostenere lo sviluppo del bambino e i genitori nelle interazioni con il proprio figlio. Mi occupo delle differenze sensoriali individuali di ogni piccolo paziente, stimolazione e integrazione sensoriale sono la mia quotidianità. Sono mamma di due splendidi bambini e proprio in questo momento mi approccio, felicemente,  per la seconda volta allo svezzamento e il pavimento della mia cucina è sempre appiccicoso di cibo stritolato.

Dott.ssa Sara Signorelli
– Logopedista e Mamma di Matteo e Diego

Nel mio lavoro mi occupo di comunicazione e linguaggio sostenendo il bambino anche nelle capacità motorie che sottendono queste funzioni. Mamma di Matteo e Diego, mi sono dedicata alle loro bocche durante lo svezzamento, non soltanto per sfamarle ma anche per stimolarle e “divertirle”, educandole in maniera indiretta.

Dott.ssa Cecilia Rossi
– Psicoterapeuta e Mamma di Filippo e Federico

Il mio lavoro e la mia passione è l’ascolto e le prospettive, mi piace guardare e far guardare le situazioni e la vita da punti di vista differenti: i risultati sono sempre sorprendenti. Mamma di due maschietti allegri e vivaci ricordo con tenerezza i nostri svezzamenti.

Svezzamento: l'alimentazione. Quando e come cominciare

Lo svezzamento è una fase di transizione durante la quale vengono introdotti alimenti complementari al latte: che siano liquidi, solidi o una via di mezzo è importante ricordare che il latte resta l’alimento principale fino all’ anno di vita.

Quando iniziare lo svezzamento

Non c’è un timing ben preciso, non dipende solo dalle esigenze nutrizionali del lattante ma anche dalla sua maturità neurologica e dal suo interesse verso alimenti diversi dal latte.

Fermo restando che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e le Società scientifiche internazionali concordano nel raccomandare l’allattamento esclusivo fino al sesto mese, l’introduzione di alimenti complementari può avvenire tra i 4 e i 6 mesi, ma mai prima dei 4 mesi compiuti.

Il rischio è un aumento eccessivo della velocità di crescita, con conseguente rischio di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari in età adulta.

Come iniziare lo svezzamento

A tavola, seduto nel suo seggiolone, magari con noi: educhiamo anche alla convivialità e diamo il buon esempio! I bambini apprendono per imitazione, quale migliore momento per migliorare le proprie abitudini alimentari in virtù del nostro ruolo educativo?

Il cibo è un’esperienza che permette di coinvolgere e stimolare tutti i sensi: vedere la varietà di colori e forme, toccare gli alimenti preparati in sicurezza (tagli, consistenze e dimensioni devono essere adeguati!), conoscerne l’odore caratteristico e il sapore è un bagaglio di sensorialità enorme!

Le quantità che il bambino “deve” mangiare sono sempre oggetto di preoccupazioni da parte di genitori e nonni. E’ bene sapere che ogni bambino, come ogni adulto, ha un proprio senso di fame e sazietà e, al contrario di ciò che spesso succede a noi adulti, egli è perfettamente in grado di autoregolarsi.

Rientra tra i nostri compiti favorire e tutelare questa capacità innata, quindi niente forzature o distrazioni affinché mangi, no a tablet, tv e smartphone accessi: sono regole semplici ma essenziali per tutelare la sua salute alimentare. Sta al genitore proporre un piatto nutrizionalmente completo, spetta invece al bambino decidere quanto mangiare.

In linea di massima e con le dovute accortezze, i bambini fin dai sei mesi possono mangiare la maggior parte degli alimenti (sono esclusi: miele, mitili, funghi) preparati in maniera adeguata alle loro capacità di gestione del cibo. E’ preferibile non aggiungere sale ed evitare gli zuccheri.

Fino a circa due anni, i bambini necessitano di alimenti che in poco volume racchiudano molta energia: crescono in fretta, ma il loro stomaco è ancora piccolo! Occorre allo stesso tempo fornire loro tutti i nutrienti di cui hanno bisogno. Il genitore deve sapere dove trovarli e come comporre al meglio un piatto.

Cosa mangiare nello svezzamento

In generale non devono mai mancare:

Carboidrati: sono la benzina principale e devono essere sempre presenti. Li troviamo soprattutto in frutta, cereali e patate.

Proteine: rappresentano i mattoncini del corpo umano e sono coinvolte in innumerevoli funzioni. Hanno numerose fonti, sia animali che vegetali. Alternarle adeguatamente e cucinarle in modo corretto permette di limitare l’assunzione di sostanze dannose (metalli pesanti, antibiotici e ormoni contenuti nei prodotti animali, pesticidi, tossici ambientali, antinutrienti contenuti nei legumi).

Grassi: rappresentano la fonte energetica più rilevante nella prima infanzia e sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo in età evolutiva. Il fabbisogno nel primo anno di vita è più alto che nell’adulto, ma occorre prestare attenzione alla qualità! Olio, creme di frutta secca e semi, carne e pesce azzurro sono solo alcune fonti.

L’alimentazione è uno dei modi per prendersi cura dei bambini, e si sa che per le buone abitudini non è mai troppo presto: iniziamo dallo svezzamento per garantire loro un futuro da adulti sani.

Tabella svezzamento per la rotazione delle Proteine

Variare adeguatamente le varie fonti proteiche è indispensabile per assicurare ai nostri bimbi (ma anche al resto della famiglia) una buona salute.

Questa tabella ti aiuterà a programmare i vari pasti e la corretta frequenza di questi importanti nutrienti, evitando eccessi o carenze, entrambi dannosi.

Svezzamento: sensorialità e tappe psicomotorie

Questo passaggio fisiologico fa parte di una serie di conquiste che il bambino ha fatto fino a questo momento, per renderlo pronto e, quindi, in grado di affrontare questa nuova tappa evolutiva che, a sua volta, gli permetterà di progredire ulteriormente sulla sua scala di sviluppo.

Come prepararsi allo svezzamento: le conquiste motorie del bambino

Tutte le mamme e i papà si sono accorti che già da un po’ il bambino è particolarmente attento a ciò che gli sta vicino e tutto il suo corpicino freme e si attiva davanti alla novità. 

Ancora la mamma e il papà si sono accorti che le mani del loro piccolo sono diventate più veloci e accurate nell’afferrare qualsiasi oggetto a sua portata e, velocemente , dalla mano viene portato alla bocca. 

Ecco, tutto questo esercizio che il bambino fa è proprio in vista della nuova alimentazione. La sua postura è cambiata, ora è in grado di stare seduto con un appoggio e questo gli permette una visuale nuova, nuove esplorazioni e, quindi, anche di star seduto nel seggiolone per mangiare. 

Il nostro cucciolo ha sperimentato la coordinazione occhio-mano e mano-bocca e si è allenato da quando aveva circa tre mesi ed ora finalmente può mettere in pratica il frutto del suo tanto impegno.

Esplorazione sensoriale:integrazione e apprendimento

A questo punto, cari genitori, non possiamo proprio negargli l’esposizione al cibo e la sua esplorazione con tutti i sensi e in tutti i sensi. Ricordiamo che ogni acquisizione del bambino che noi vediamo tradotta in un determinato comportamento è frutto di una crescita neurologica e quindi nuovi circuiti neuronali e sinapsi che si formano per dar luogo alla magia che è lo sviluppo di un bambino

Quindi presentiamo il cibo al bambino in modo che lo possa osservare ma soprattutto afferrare e manipolare. Quello che sente con la sua manina gli permette di preparare la bocca alla consistenza o temperatura, successivamente anche al gusto. 

Certo questo ci costa del lavoro aggiuntivo dopo il momento della pappa, ma il messaggio che deve passare è che è importante quello che il bambino fa con le sue manine al pari di un universitario che prepara un esame impegnativo di fisica.

 Poter sperimentare consistenze lisce o ruvide, appiccicose o dense, che fanno un particolare rumore o scricchiolio, mandano delle informazioni al cervello che poi le tradurrà in movimenti sempre più complessi, elaborati e fini. Il concetto montessoriano del permettere di far da soli lo possiamo applicare anche durante lo svezzamento perchè permettiamo al bambino di padroneggiare le competenze acquisite per svilupparne di nuove. 

Quindi attrezziamoci con stoviglie resistenti ai lanci del nostro campione, grembiulini impermeabili o svestito ( se è caldo ) e quant’altro ci permetta di far vivere serenamente questo momento a nostro figlio/a.

  Ricordiamo che se il bambino ha guardato, toccato, ascoltato, annusato il cibo quando arriva in bocca non ha sollecitato solo il gusto ma ha integrato tutti i canali sensoriali e l’integrazione sensoriale è la base di tutti gli apprendimenti anche di quelli scolastici.

 

Svezzamento: oralità e sviluppo del linguaggio

La funzione alimentare è il risultato della cooperazione tra sistema nervoso, corretta crescita delle strutture anatomiche e un ambiente stimolante in grado di offrire adeguate esperienze sensoriali al bambino. 

Vedremo come una cascata scaturire a monte dalle prime competenze motorie fino ad arrivare all’articolazione del linguaggio.

Una palestra per la bocca del nostro bambino

La motricità esercitata durante l’alimentazione è fondamentale per il corretto sviluppo del distretto oro-bucco-facciale e delle funzioni da esso svolte: respirazione, deglutizione, alimentazione, mimica facciale e articolazione del linguaggio. 

Fin dalla nascita il bambino è in grado di percepire gli stimoli ma non di processarli; è solo tramite l’esperienza e la ripetuta esposizione che il bambino imparerà ad “organizzare” gli stimoli dandogli risposte motorie adeguate che si trasformeranno in abilità da utilizzare quando necessario.

 L’apprendimento infatti durante il primo anno di vita è basato su un sistema fatto di prove ed errori che il bambino mette in atto durante tutte le sue attività, incluse quelle che si compiono durante il momento della pappa.


La capacità di gestire i nuovi alimenti è data dallo sviluppo delle attività motorie della bocca: lingua, labbra, gengive e guance. L’azione della lingua che nelle prime fasi era costituita da movimenti grossolani  (suzione semplice) diventa più complessa arricchendosi di movimenti nuovi. 

Il bambino tende a diminuire progressivamente la spinta della lingua scoprendo l’attività del morso controllato e l’attività mandibolare di apertura e chiusura. Tutte queste “conquiste” motorie e sensoriali lo portano ad essere pronto all’ uso di “nuovi strumenti” come il cucchiaino e alla gestione di piccoli pezzetti di cibo.

Le basi del linguaggio

La capacità di mangiare seduto in posizione verticale sul seggiolone, inoltre, aiuta e sostiene il rafforzamento della muscolatura coinvolta nella masticazione fornendo alla lingua il punto di appoggio per iniziare a sviluppare i suoi movimenti in maniera autonoma. 

I movimenti autonomi e più fini della lingua rendono possibile l’articolazione dei suoni del linguaggio.


Da ciò ne consegue che un buon sviluppo delle abilità di alimentazione (definite anche abilità di pre-linguaggio) è fondamentale per l’articolazione del linguaggio.

Svezzamento: l'affettività e le emozioni

La fase dello svezzamento, e non solo, ruota attorno ad un verbo importante sia dal punto di vista biologico, fisiologico, culturale che affettivo : Nutrire. Se andiamo a cercare il significato del verbo nutrire troviamo come definizione “Fornire degli alimenti necessari al sostentamento”. 

Questo ci riporta all’ importanza per gli individui di alimentarsi per soddisfare il fabbisogno energetico e garantire un benessere fisico, tralasciando però il ruolo che il cibo svolge nella relazione madre bambino.

Nutrire ed essere nutriti: la danza della relazione madre-bambino

Il cibo e la relazione con la madre partono dal contatto rappresentando qualcosa di estremamente importante e unico per l’investimento emotivo/affettivo. Il rapporto con il cibo, infatti, rappresenta l’espressione di un appetito che non si limita a soddisfare la fame ma riguarda anche gli aspetti più profondi della vita affettiva. 

La relazione madre bambino incomincia a crearsi durante il nutrire e l’essere nutriti attraverso la vicinanza, il contatto fisico e l’aggancio oculare. Studi dimostrano che la capacità di messa a fuoco del bambino piccolo è pari alla distanza che c’è dal seno al volto materno. 

Durante questo momento si viene a creare un elevata intimità tra i due , fusi in un unica unità simbiotica come nella fase gestazionale, dove da una parte il bambino riceve e dall’altra la madre offre. 
L’alimentazione corrisponde, quindi, a un terreno delicato e di confronto quotidiano fra mamma e bambino. 

Oggi è risaputo che il particolare rapporto che ognuno ha col cibo, fin da piccolo, è carico di componenti psicologiche e affettive del tutto personali, che possono facilitare o interferire con una sana alimentazione.

Dall’ indole e dal carattere di ogni bambino deriva il particolare rapporto che si può avere con il cibo: ci può essere il bambino goloso e pronto ad accogliere il cibo come un dono oppure il bambino che vive l’alimentazione con diffidenza, poco entusiasmo e disgusto. 

Il momento dell’alimentazione quindi è importante non solo dal punto di vista della nutrizione, ma anche e soprattutto da quello della relazione, dal momento che costituisce un’occasione di stretto contatto tra il piccolo e la madre e favorisce quindi la creazione di un buon legame di attaccamento.

Sia che scegliate uno svezzamento tradizionale, l’ autosvezzamento o uno svezzamento misto vi consigliamo di godervi questo momento con il vostro bambino.

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