Da giorni e giorni i nostri Telegiornali, i social media e tutto il mondo parlano e pensano ad un’unica tematica. Un virus che tutti ormai sappiamo chiamarsi Coronavirus e che per innaturale meccanismo di difesa qualcuno ha negato e sottovalutato, qualcun’altro si è lasciato assorbire da ansie e paure, altri hanno cercato di comprendere la situazione.
Come si modifica la quotidianità
Sembravamo tutti così instancabili, frenetici, privi di qualsiasi piccolo momento per cambiare la nostra routine e i nostri programmi quotidiani. Avevamo incastrato meticolosamente, come un puzzle perfetto, tutti i nostri impegni in modo da poter far tutto e subito, senza tralasciare niente e senza dar voce alla noia.
A staccare la spina di questa società che non dorme mai, veloce e multitasking che ci vede dentro impegnati, anche 12 ore il giorno, ognuno nei propri impieghi, è stato ciò che ci destabilizza di più: quello che non posso controllare.
Noi, amanti del controllo nelle nostre mani attraverso uno schermo, siamo stati messi davanti ad una nuova realtà, ristrutturata, e che non possiamo controllare in prima persona.
Tutto si blocca, la vita socio-relazionale deve essere messa ai margini, dobbiamo stare in casa. Apprendiamo così quanto ci piace la nostra scontata quotidianità: un caffè, un saluto, il nostro lavoro.
Stiamo in casa.
Stiamo in casa per buon senso, necessità, per dovere. In quella casa dove lamentavamo fino a pochi giorni fa di non riuscire a passarci troppo tempo, assorbiti dalla vita frenetica. Quindi tutto si trasforma, ci caliamo nel punto centrale delle nostre vite.
La nostra casa, i nostri affetti più vicini. I nostri figli.
La favola della verità
Primi protagonisti del nostro scenario casalingo sono sicuramente i nostri bambini. Sono riusciti a catturare tante informazioni dalla tv, dalle nostre verbalizzazioni e probabilmente anche dalle nostre espressioni.
I bambini hanno bisogno di conoscere e sapere e noi non dobbiamo tralasciare l’importanza di far apprendere ai bambini i momenti di cambiamento che viviamo.
E’ di fondamentale importanza spiegare ai bambini con chiarezza che cosa sta succedendo e perché. Il canale verbale siamo noi adulti, quindi prestiamo attenzione a che cosa diciamo e come.
Raccontiamo ai nostri figli il motivo principale di questo cambio repentino delle nostre vite, senza nascondere informazioni: spieghiamo che all’origine di questa nuova situazione c’è un virus, descriviamo il nuovo scenario socio-familiare nel quale siamo: tutti dobbiamo stare a casa e perché.
Certamente le modalità di trasmissione delle informazioni da parte degli adulti sono fondamentali, per questo i bambini si sintonizzeranno con la vostra ansia e le vostre paure qualora voi foste allarmati, la vostra mimica facciale rilascerà preoccupazione che i bambini capiranno.
E’ quindi importante essere chiari e sereni quando verbalizziamo queste tipologie di notizie ai nostri bambini, lasciando spazio alle loro domande e ponendo attenzione alla loro emotività.
Dobbiamo quindi investigare da subito che cosa pensano, sentono, quali emozioni contattano in modo da poterne parlare insieme.
Più vicini che mai
Sembra che tutto si tinga di rosso, di restrizioni e di limitazioni.
Ma è davvero solo questo che ci circonda? Non è così. Siamo fermi da ogni impegno, lavoro, hobby, corsa frenetica, treno o automobile.
Siamo nella nostra casa, circondati dalle relazioni a noi più care: coltiviamole.
Facciamo sì che questo momento sia per noi e per i nostri bambini come un modo per dedicarci gli uni agli altri, ascoltiamoci.
Organizziamo con loro attività che probabilmente la nostra quotidianità di solito non ci permette di fare, giochiamo.
Ascoltiamo i pensieri dei bambini, i loro sentimenti, le loro emozioni, cerchiamo di capirle attraverso storie, favole. Raccontiamoci.
Questo virus ci ha distanziato di molti metri dai nostri lavori, dalla nostra quotidianità ma ci ha avvicinato di altrettanti metri ai nostri bambini.
Abbracciate loro.
Psicologa
Sono laureata in Scienze e Tecniche di Psicologia clinica e della Salute presso l’Università di Pisa.
Dopo la laurea ho frequentato un master di perfezionamento di I livello in Età evolutiva. Attualmente sto completando la mia formazione con un corso di Laurea Magistrale presso l’Università di Firenze.
All’interno del Grillo Parlante svolgo interventi psico educativi per potenziare la sfera emotivo-affettiva dei bambini sotto supervisione delle mie colleghe attraverso un lavoro di equipe multi-disciplinare.