Quando ci troviamo a vivere le paure dei nostri figli non è sempre facile e scontato sapere come farlo per una serie di fattori. Prima fra tutte la nostra emotività rispetto alla paura, ma anche il ruolo e il gioco che le nostre paure, o quelle di quando eravamo bambini, giocano nel riconoscimento di quelle dei nostri figli e infine, anche solo culturalmente, mamma e papà affrontano e vivono la paura in maniera diversa.
Ma come possiamo aiutare i nostri bambini ad affrontare le paure?
Come possiamo comportarci per supportarli in questa fase del loro sviluppo?
Quali sono le parole da dire o non dire?
Indice dei contenuti:
Come nascono le paure
Le paure dei bambini nel corso della loro crescita sono potenzialmente infinite e dipendono dalla cultura di appartenenza, dalla società e dalla storia individuale.
Esistono tuttavia una serie di paure che possono essere considerate tipiche dell’età evolutiva e rappresentano una tappa naturale dello sviluppo.
Le principali paure in età evolutiva
Esistono delle paure ricorrenti nei bambini che sono paure primordiali. Nel corso dello sviluppo possono cambiare “forma” ma sono legate a queste paure.
Paura dell'estraneo
La paura dell’estraneo compare intorno al primo anno di vita, quando il bambino incomincia a differenziarsi dall’altro riuscendo a distinguere le figure parentali dagli sconosciuti. Questa paura si manifesta nel bambino con evitamento dello sguardo e nascondendosi e/o attaccandosi fisicamente al genitore.
Paura legata alla separzione
La paura legata alla separazione compare tra il primo e il secondo anno di vita ed è legata alla separazione dai genitori e di conseguenza alla paura per una loro possibile perdita. Si manifesta con la comparsa di comportamenti ansiosi quali la difficoltà di separazione dalle figure genitoriali, pianto durante la loro assenza oppure la ricerca visiva o fisica della presenza del genitore.
Paura del buio
La paura del buio compare intorno al secondo e terzo anno. I bambini vivono il buio come assenza di punti di riferimento, paura dell’ignoto, dello sconosciuto e della perdita di controllo sull’ambiente circostante. Si presenta anche in altre fasi dello sviluppo quando il bambino contatta queste sensazioni. Spesso si manifesta con difficoltà a dormire da soli nel proprio letto, spostarsi da soli da un ambiente all’altro anche nella propria casa.
I 10 consigli per i genitori su come aiutare i bambini a gestire la paura
Cosa fare:
“Costruiamo insieme un pupazzo mangiapaure!”
- Porre attenzione alla comunicazione non verbale dei propri figli e a tutti quei messaggi non espressi con l’utilizzo del linguaggio: scarabocchi e disegni, capricci, comportamenti regressivanti come mettersi il dito in bocca, la comparsa di sintomi quali insonnia, enuresi notturna e diurna, richiesta del ciuccio, ecc.
- Accogliere le paure parlandone con calma e serenità.
- Farsi percepire vicini ai nostri piccoli rassicurandoli con gesti d’affetto come abbracci e carezze e mostrandosi disponibili all’ascolto.
- Costruire dei “talismani magici” o “ l’Acchiappapaure” che fungono da oggetti controfobici con potere dirassicurare il bambino.
- Controllare le modalità di utilizzo dei vari dispositivi, in particolar modo del cellulare e della TV per filtrare le informazioni proposte dai mass media.
- Selezionare il materiale utilizzato per l’utilizzo di consolle, videogiochi ecc e rispettare l’età di utilizzo.
Cosa NON fare:
“Se non fai il bravo ti prende il lupo”
- Non deridere i bambini minimizzando i loro contenuti emotivo-verbali associati alle paure in quanto queste potrebbero acutizzarsi e loro potrebbero non parlarne più temendo di non essere presi in considerazione e giudicati piccoli.
- Evitare frasi Killer che caricano il bambino di responsabilità tipo: “Che vergogna a questa età, ormai sei grande” oppure “ Sei un ometto”, “ non fare il bambino piccolo”.
- Non spaventare volontariamente i bambini per scherzo o per scopo “educativo” utilizzando frasi del tipo “ Se non ti comporti bene ti porto in collegio oppure ti faccio prendere dal lupo nero”.
- Non far vedere immagini o filmati non adeguati all’età del bambino.
Filastrocca per esorcizzare la paura
Questa filastrocca di origini popolari, è il dono che Il Grillo Parlante fa ai suoi piccoli pazienti spaventati dal buio. Questa sera regalala al tuo bambino!
Ninna nanna
la notte è scura
ma tu non devi avere paura
perchè la notte nera nera
è solo il giorno vestito da sera.
Psicologa e Psicoterapeuta
Laureata in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso la Facoltà di Firenze nel 2004 e specializzata in psicoterapia alla scuola di psicoterapia comparata (SPC) di Firenze.
Da anni svolgo la mia professione all’interno del “Centro Il Grillo Parlante “ a Pisa e Navacchio da me costituito insieme alla cara collega Neuropsicomotricista Nadia Botrugno.
Oltre a svolgere la mia pratica clinica quotidiana che interessa infanzia, adolescenza ed età adulta svolgo il primo colloquio con i nuovi pazienti costituendo l’iniziale contatto con l’equipe del Centro.